L’intervista rilasciata a mobility press dal nostro Amministratore Delegato Cassino.
A più di vent’anni dall’apertura del mercato del trasporto ferroviario merci si può certamente prendere atto che il processo di liberalizzazione ha prodotto un primo grande effetto: la nascita di alcune decine di nuove imprese. Mentre non si è ancora realizzato il tanto auspicato riequilibrio modale.
Il settore si è dato obiettivi molto sfidanti (il 30% del mercato entro il 2030) e affinché ciò si realizzi occorre che ognuno faccia la sua parte nella generale consapevolezza che, in ogni istante, l’anello più debole della catena limiterà la capacità di tutti gli altri.
Dal 2010, anno in cui in Italia ha preso il via la liberalizzazione della formazione, si sono verificati due fenomeni:
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un’offerta sempre più ricca grazie al crescente numero di Centri di Formazione;
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un interesse delle Imprese Ferroviarie sempre più manifesto a reclutare i propri macchinisti direttamente dai Centri di Formazione.
TRAINing, operativa dal 2011, ha formato oltre 400 macchinisti tutti felicemente occupati e altri 40 concluderanno il percorso entro il 2022.
Nel frattempo, ha allungato lo sguardo verso i mercati esteri: in Austria, dove è riconosciuta dal 2021, Slovenia e Germania.
Riguardo alla didattica occorre aprirsi ad innovazioni metodologiche (es. il “blended learning”), una combinazione tra forme di apprendimento digitale e analogiche.
Lodevole è lo sforzo profuso dallo Stato che rende disponibili risorse pubbliche per incentivare la formazione in categorie professionali che possono rappresentare una criticità del sistema logistico, come autisti e macchinisti.
In quanto risorse pubbliche le stesse, sotto forma di bonus, non possono che essere destinate direttamente agli aspiranti, selezionati su base motivazionale e culturale.
Solo così si può stimolare una sana competizione fra i Centri di Formazione, che si traduce in alta qualità dei servizi resi a prezzi sempre più competitivi.
È questa la strada maestra per assicurare alle Imprese macchinisti in linea con le attese qualitative e quantitative.
Serve un gioco di squadra dove ogni giocatore (Governo, Imprese Ferroviarie, Centri di Formazione, Centri di orientamento e selezione, ecc.) possa contribuire nel proprio ruolo a generare servizi di qualità a prezzi contenuti, obiettivi perseguibili unicamente se i mercati di riferimento si aprono anziché chiudersi, siano quindi contendibili e non subiscano distorsioni di sorta.
Solo così si può vincere la partita nell’interesse dei singoli operatori e del sistema dei trasporti su ferro più in generale.